Psychoanalytic Reflections on Modulation
Abstract
Le esplorazioni psicoanalitiche in campo musicale, da Ernst Kris, Heinz Kohut, Stuart Feder, Gilbert Rose, Michel Imberty, Zatkalik, Kontić e molti altri, evidenziano l’isomorfismo tra le strutture e i processi musicali da un lato e i processi primari inconsci dall’altro, e dimostrano il ruolo dei meccanismi dei processi primari (condensazione, spostamento, rappresentazione pars pro toto) in vari aspetti della musica (procedure tematiche, processi formali su larga scala, elaborazioni di strutture fondamentali ecc.). Poche ricerche, tuttavia, si sono concentrate specificamente sulle modulazioni da questo punto di vista. Il presente articolo si propone di far luce sui modi in cui le diverse strategie di modulazione si relazionano con l’inconscio. La prospettiva psicoanalitica sulla modulazione è di per sé multiforme. Come dimostrano gli esempi di Mozart e Franck, la modulazione può essere vista come un’interazione tra Es, Io e Super-Io, o tra processi primari e secondari; i suoi effetti possono essere vissuti come scissione e integrazione traumatica, perdita e sua negazione; le tonalità ricorrenti sono simili al ritorno del contenuto represso; il momento della modulazione attraverso un accordo comune coinvolge il meccanismo primario di base della condensazione, e così via. Pur concentrandosi su una risorsa specifica di uno specifico linguaggio musicale (tonale), questo articolo cerca anche di includere un quadro più ampio delle connessioni tra musica e psicoanalisi e di contribuire alla comprensione dei potenti effetti della musica e del suo ruolo fondamentale nella nostra vita.
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