Vivaldi rilegge Vivaldi
La revisione di antichi concerti per La stravaganza, op. IV
Abstract
Sebbene già nel 1711 Vivaldi annunciasse, nella premessa «Alli dilettanti di musica» dell’Estro armonico, op. iii, la pubblicazione di una sua seconda raccolta di concerti («mi fa corraggio di presto presentarvi un’altra muta de concerti a 4»), bisognò attendere il 1716 prima che La stravaganza, op. iv vedesse la luce. Il ritardo non fu dovuto all’editore Estienne Roger, ma piuttosto all’invio tardivo del materiale ad Amsterdam da parte del compositore, come recentemente documentato nel mio saggio The (lost) violin concerto RV 316 by Vivaldi: its reconstruction and dating («Studi vivaldiani», xviii, 2018). Grazie all’esistenza di versioni manoscritte non autografe ma, nondimeno, autorevoli di quattro concerti (rv 383, 196, 298, 279) che trasmettono un contenuto musicale anteriore a quello poi confluito nell’op. iv, una collazione tra tali fonti permette di evidenziare numerose e significative differenze, che riguardano sia aspetti importanti del processo compositivo e rielaborativo vivaldiano (tagli, aggiunte, modifiche, riscrittura di parti strumentali o di interi passaggi, sostituzione di movimenti), sia cambi — o addirittura errori — introdotti dall’editore olandese nell’edizione a stampa. Inoltre, la somiglianza di alcuni ripensamenti compositivi di Vivaldi, riscontrati tanto in un paio di lavori dell’op. iv quanto in talune correzioni dello stesso compositore in un movimento di un concerto (D-Dl, Mus. 2421-O-14) composto da Johann Georg Pisendel durante la sua permanenza a Venezia, potrebbe fornire ulteriori indizi sul periodo di confezionamento dell’intera raccolta della Stravaganza.
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