Un «professore […] troppo politico»
Vicende del cantore pontificio Giuseppe Santarelli
Abstract
Virtuoso di canto dai notevoli mezzi, Giuseppe Santarelli (1716–1790) ebbe una carriera fortunata, prima come interprete di ruoli di primo piano nei principali teatri d’Italia, poi come cantore pontificio. Fu in rapporti stretti con Francesco Algarotti, Charles Burney, padre Giambattista Martini e Pompeo Batoni, che gli fece uno splendido ritratto, oggi conservato nella Pinacoteca Civica di Forlì. L’articolo approfondisce le sue vicende biografiche sulla scorta di numerosi documenti conservati nell’archivio famigliare, depositato nella Biblioteca comunale “Aurelio Saffi” di Forlì e di recente reso disponibile alla consultazione. Nel suo complesso, l’archivio consta di sette buste e copre un arco temporale di oltre due secoli; tra decreti e medaglie, attestati e lettere che si riferiscono ai principali membri della famiglia a partire dal Settecento, spiccano numerosi documenti relativi a Giuseppe, alcuni dei quali di grande interesse documentario. Essi consentono di ripercorrere e circostanziare le tappe essenziali della formazione e della carriera, e di approfondire la sua attività di insegnante, compositore e storico della musica, con particolare enfasi sulle vicende legate alla progettazione e alla mancata pubblicazione del trattato in due tomi Della musica del Santuario. I documenti qui presentati restituiscono l’immagine di un musicista di grandi aspirazioni, che raggiunse una posizione invidiabile anche grazie alle frequentazioni che seppe intrattenere in qualità di consigliere caparbio, confidente devoto e di maestro autorevole.
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