Proposte
Lista di controllo per la predisposizione di una proposta
Durante la procedura di trasmissione di una proposta, gli autori devono verificare il rispetto dei seguenti requisiti; la submission potrebbe essere rifiutata se non aderisce a queste richieste.- La submission non è stata precedentemente pubblicata, né proposta a un'altra rivista (oppure si fornisce una spiegazione all'editor nei commenti).
- Il file di submission è in un formato OpenOffice, Microsoft Word, RTF, o WordPerfect.
- Dove possibile, sono stati fornite gli URL delle referenze.
- Il testo ha spaziatura singola; usa un font 12 punti ; impiega il corsivo invece della sottolineatura (eccetto con gli indirizzi URL); e tutte le illustrazioni, figure, e tabelle sono posizionate all'interno del testo nei punti appropriati, piuttosto che alla fine.
- Il testo aderisce alle richieste stilistiche e bibliografiche riassunte nelle linee guida dell'autore, che si trova nella pagina di informazioni sulla rivista.
Linee guida per gli autori
Informazioni per gli autori
Recercare. Rivista per lo studio della pratica della musica antica della Fondazione Italiana per la Musica Antica, periodico a cadenza annuale, pubblica articoli sulla musica e la cultura musicale italiane o sulle relazioni musicali intercorse fra l’Italia e gli altri paesi, nel periodo compreso fra il quattordicesimo secolo e il primo Ottocento. Vengono presi in considerazione contributi in italiano e inglese. Le proposte di pubblicazione vanno inviate in allegato a una mail a: recercare@libero.it
La rivista non impone un limite all’estensione degli articoli, ma normalmente questi sono compresi fra un minimo di 6000 e un massimo di 10000 parole.
Il testo dell’articolo dovrà essere inviato in formato Word file (.doc or .docx), completo delle note a piè di pagina, rispettando scrupolosamente le norme editoriali qui di seguito riportate.
Gli articoli dovranno essere corredati da un sommario di estensione massima di circa 300 parole, e da un profilo biografico dell’autore (massimo 150 parole). Se l’articolo è in italiano, anche in inglese.
Tabelle, grafici, didascalie, esempi musicali (formato PDF o .tiff e Finale o Sibelius o MuseScore) e illustrazioni ad alta risoluzione vanno copiati su file a parte. Materiali di grandi dimensioni potranno essere inviati attraverso un comune sistema di file-transfer.
Si noti che la rivista adotta norme redazionali diverse per gli articoli scritti in lingua inglese. Per la redazione di questi ultimi si veda la versione inglese delle norme QUI.
Ogni articolo è valutato in forma anonima da due revisori scelti dal direttore. Nel caso che i due revisori esprimano un giudizio divergente, il direttore può sentire il parere di un terzo revisore. Di norma la valutazione si conclude con uno dei seguenti esiti:
(a) l’articolo è accettato (eventualmente con revisioni di modesta entità raccomandate dal direttore e dai revisori);
(b) l’articolo non è accettato ma l’autore è invitato a riproporlo dopo averlo sostanzialmente rivisto alla luce delle indicazioni fornitegli dal direttore e dai revisori;
(c) l’articolo non è accettato.
Classificazione ANVUR: fascia A (10/C1)
Classificazione ERIH Plus: INT2
Recercare è disponibile nell’archivio digitale JSTOR: copertura 1989–2012
Norme editoriali
Presentazione. Tabelle, grafici, didascalie, esempi musicali e illustrazioni vanno copiati su file a parte. Gli articoli dovranno essere corredati di un sommario, di estensione corrispondente all’incirca al dieci per cento del testo, e di un profilo biografico dell’autore, di 3–6 righe.
Maiuscole e minuscole. Quando l’iniziale maiuscola non sia strettamente obbligatoria, si prediliga sempre il minuscolo (per esempio: i fiamminghi, papa Urbano VIII, il professor Rossi, il margravio di Brandeburgo, i procuratori di palazzo, via dei Cordari, la chiesa di San Francesco, la regola di san Benedetto, il palazzo Barberini). I titoli di libri, articoli, periodici e composizioni musicali in qualsiasi lingua vanno trattati come testi correnti (per esempio: Venetian opera in the seventeenth century, «Note d’archivio per la storia musicale», Il bianco e dolce cigno). Recano le iniziali maiuscole le parole principali costituenti le denominazioni di istituzioni (per esempio: Istituto Italiano per la Storia della Musica, «Galpin Society journal»).
Numeri. Si scrivono in lettere i numeri fino al cento, facendo eccezione per le somme di denaro, le quantità specifiche e i dati bibliografici (per esempio: 20 scudi, 15 mm, battuta 36, vol. IV, p. 14).
Date e epoche. Nell’esprimere date e ambiti temporali, si tengano presenti gli esempi che seguono: 1° gennaio 1580, 27 settembre 1720, 15–16 ottobre, il Quarantotto, il sedicesimo secolo, l’Ottocento. Le forme 1.1.1580, 27 sett. e 16° sec. sono ammesse esclusivamente nelle tabelle e negli elenchi.
Nomi. Nomi e cognomi propri citati nel corso del testo, la cui ortografia è molto variabile nelle fonti originali, vanno normalizzati all’uso corrente prendendo come riferimento dizionari o enciclopedie di carattere scientifico della stessa lingua. Per l’italiano si fa riferimento al Dizionario biografico degli italiani (per esempio: “Hieronimo / Geronimo / Girolimo”, “Jacomo”, “Horatio”, “Madalena”, “Theodora”, “Beneuolo” “Mihi”, “Monteuerde”, “Mutij”, “Vincentij” vanno menzionati come “Girolamo”, “Giacomo”, “Orazio”, “Maddalena”, “Teodora”, “Benevoli”, “Michi”, “Monteverdi”, “Muzi”, “Vincenzi”).
Abbreviazioni. Alle abbreviazioni si ricorra con estrema parsimonia, a eccezione dei casi seguenti, di uso comune: p./pp. = pagina/e, c./cc. = carta/e, r = recto, v = verso, vol./voll. = volume/i, a c. di = a cura di.
Citazioni. Una citazione nel testo corrente va posta fra virgolette doppie basse (« »); se superiorie a sessanta parole circa, andrà posta in un paragrafo rientrato a sinistra di 1 cm, una riga bianca prima e dopo, ma non le virgolette. Le citazioni si esprimono sempre nella lingua originale, riportando di seguito la traduzione nella lingua dell’articolo. Le interpolazioni di parole mancanti o chiarificanti vanno incluse fra parentesi quadre.
Note al testo. Si raccomanda di ricorrere alle note solamente per i riferimenti bibliografici e le brevi trattazioni ancillari. Le note saranno numerate progressivamente in cifre arabe poste a esponente. Nel testo saranno richiamate per mezzo dei numeri corrispondenti, posti sempre dopo l’eventuale punteggiatura. La nota iniziale con i ringraziamenti ed altre informazioni non ha numerazione né è richiamata da un asterisco.
Denominazione delle note musicali. I nomi delle note si scrivono in tondo con iniziale maiuscola. Il Do centrale corrisponde a Do3; salendo all’acuto o scendendo al grave, le ottave aumentano o diminuiscono il numero in pedice; scendendo, a Do1 fanno seguito Do0 e quindi Do–1.
Bibliografia. Per i riferimenti bibliografici ci si attenga ai seguenti esempi:
NINO PIRROTTA, Li due Orfei. Da Poliziano a Monteverdi, con un saggio critico sulla scenografia di Elena Povoledo, Torino, Einaudi, 19752.
ALEXANDER SILBIGER, Is the Italian keyboard «intavolatura» a tablature?, «Recercare», III, 1991, pp. 81–103: 97.
The new Monteverdi companion, ed. by Denis Arnold – Nigel Fortune, London, Faber, 1985;
MARIN SANUDO, I diarii, a c. di Rinaldo Fulin et al., 58 voll., Venezia, Visentini, 1879–1902, XLVI, col. 463.
CARL DAHLHAUS, Drammaturgia dell’opera italiana, in Storia dell’opera italiana, a c. di Lorenzo Bianconi – Giorgio Pestelli, parte II «I sistemi», vol. VI Teorie e tecniche: immagini e fantasmi, Torino, EDT, 1988, pp. 77–162: 107–108.
CLAUDE PALISCA, Bernardino Cirillo’s critique of polyphonic church music of 1549: its background and resonance, in Music in Renaissance cities and courts. Studies in honor of Lewis Lockwood, ed. Jessie Ann Owens – Anthony M. Cummings, Warren, MI, Harmonie Park Press, 1996, pp. 281–292: 287–288.
La figura e l’opera di Ranieri de’ Calzabigi, atti del convegno (Livorno 14–15 giugno 1987), a c. di Federico Marri, Firenze, Olschki, 1989.
GIOSEFFO ZARLINO, Sopplimenti musicali, Venezia, Francesco de’ Franceschi, 1588 (facs. Ridgewood, NJ, Gregg, 1966), libro I, cap. XII, pp. 35–36.
DARIO CASTELLO, Duodecima sonata, a 3, due violini e trombon over violetta, in IDEM, Sonate concertate in stil moderno […]. Libro primo, Venezia, Francesco Magni, 1658 (facs. a c. di Marcello Castellani, Firenze, SPES, 1979).
FRANCESCO FOGGIA, O ignis qui semper ardes, misure 16–19, in IDEM, Mottetti, a c. di Gunther Morche, Palestrina, Fondazione Giovanni Pierluigi da Palestrina, 1988, p. 45.
In particolare, si presti attenzione a quanto segue:
– nomi e cognomi degli autori vanno in maiuscoletto tutto basso
– i nomi di autori e curatori sono sempre espressi per esteso, in maiuscoletto tutto basso;
– è sempre richiesta l’indicazione dei curatori e dell’editore o stampatore;
– le indicazioni di cura, traduzione, edizione e luogo compaiono nella lingua dell’oggetto bibliografico citato (ed., hrsg.);
– non sono ammessi i riferimenti generici del tipo loc. cit., op. cit., ibid., pp. 33 ss.;
– la prima citazione di una voce bibliografica deve includere tutte le informazioni, mentre nelle citazioni successive si forniscono i soli dati essenziali; per esempio:
PIRROTTA, Li due Orfei; pp. 210–211.
SILBIGER, Is the Italian keyboard «intavolatura» a tablature?, p. 97.
The new Monteverdi companion, p. 45.
SANUDO, I diarii, vol. XLVI, col. 463.
DAHLHAUS, Drammaturgia dell’opera italiana, pp. 111–122.
PALISCA, Bernardino Cirillo’s critique of polyphonic church music, pp. 281–282.
ZARLINO, Sopplimenti musicali, libro I, cap. XII, pp. 35–36.
CASTELLO, Duodecima sonata a 3.
Risorse online. Nel caso di rinvio a pubblicazioni online, occorre specificare autore, titolo, nome della rivista o altra pubblicazione, anno/annata, paragrafo, completo di URL o DOI; tra parentesi, va indicata la data di ultima consultazione. Nel caso di risorse su piattaforme online specificare autore e/o curatore,e titolo della scheda, denominazione del database o del sito web consultato, completo di URL o DOI; tra parentesi, va indicata la data di ultima consultazione. Non sono ammessi rinvii a piattoforme, pagine web, enciclopedie o dizionari di carattere non scientifico o comunque prive dei nomi di autori e/o curatori. Per i riferimenti bibliografici ci si attenga ai seguenti esempi:
NOEL O'REGAN, Asprilio Pacelli, Ludovico da Viadana and the origins of the Roman concerto ecclesiastico, «Journal of seventeenth-century music», VI/1, 2000, § 4.3, https://sscm-jscm.org/v6/no1/oregan.html (accesso 14 gennaio 2024).
DIANA BLICHMANN, The Stuart-Sobieska opera patronage in Rome, in Mélanges de l’École française de Rome - Italie et Méditerranée modernes et contemporaines, vol. 131-1, Roma, École française de Rome, 2019, § 19–20 (ultimo accesso 14 gennaio 2024). http://journals.openedition.org/mefrim/6296; DOI https://doi.org/10.4000/mefrim.6296 (accesso 14 gennaio 2024)
PAOLO FABBRI, “Monteverdi, Claudio Gian Antonio”, Dizionario biografico degli italiani, vol. 76, Rome, Istituto dell’Enciclopedia Italiana, 2012, https://www.treccani.it/enciclopedia/claudio-gian-antonio-monteverdi_(Dizionario-Biografico)/ (accesso 14 gennaio 2024).
“Caffarelli Borghese, Scipione”, The cardinals of the Holy Roman Church. Biographical dictionary, ed. Salvador Miranda, https://cardinals.fiu.edu/bios1605.htm#Caffarelli (accesso 14 gennaio 2024).
Titoli e parti di composizioni musicali. I titoli di composizioni musicali esigono generalmente il corsivo (per esempio: l’aria Cosí mi lasci, oh Dio dall’opera La divisione del mondo; il madrigale Ah, dolente partita; le Partite sopra l’aria della romanesca), ma non nel caso corrispondano al genere o a parti della liturgia (per esempio: la Sonata op. 3 n° 11, il Quartetto per archi in la maggiore op. 39, il Concerto per violino, archi e basso continuo in do maggiore RV 190, il Kyrie dalla messa Tu es Petrus). I movimenti si indicano in tondo con iniziale maiuscola (per esempio: l’Adagio dalla Sonata op. 5 n° 1). Le locuzioni del tipo «eco», «piano», «solo», «tutti», «colla parte» e altre, rintracciabili nelle partiture, appaiono in tondo fra virgolette doppie basse.
Documenti e fonti antiche. Di ciascun documento citato o riportato è necessario segnalare: città, archivio o istituzione, fondo archivistico di appartenenza (in corsivo), segnatura completa, eventuale titolazione, pagina o carta o altro numero d’ordine; per esempio:
– Venezia, Archivio di Stato, Notarile, testamenti, notaio Gerolamo Savina, busta 1202, cedola n° 51, testamento di «Zuane quondam Bortolo di Fedrigo di Albinoni da Castion», 12 settembre 1583.
– Città del Vaticano, Biblioteca Apostolica Vaticana, Capp. Sist. 639, Istruzione per gl’officiali della cappella pontificia, cc. 22r-23v.
Criteri di trascrizione dei documenti. Di norma Recercare non pubblica trascrizioni diplomatiche dei documenti, ma trascrizioni normalizzate all’uso corrente secondo i principi della filologia moderna, preservando soltanto la fonetica del testo. Nella linea scientifico-editoriale della rivista, lo scopo della trascrizione è di restituire ciò che l’Autore legge e non quello che vede nel documento. Nel trascrivere documenti d’archivio e testi storici, pur nel massimo rispetto della lezione originale e col solo intento di favorirne la comprensione, ci si attenga ai seguenti criteri generali:
– le abbreviazioni vanno sciolte tacitamente oppure si possono sciogliere integrando le lettere omesse con caratteri corsivi (per esempio: per, lettera, officio, sopradetto), eccetto nei casi di uso e comprensione universale (per esempio: ecc.mo, sig.r, sig.ra, S.A.R., V.S., S.E., m° ecc.);
– l’uso di maiuscole, minuscole, segni diacritici e di interpunzione è soggetto a normalizzazione all’uso corrente. Pertanto, le iniziali maiuscole saranno utilizzate soltanto per i nomi propri, gli acronimi (Fondazione Italiana per la Musica Antica) e per la prima lettera di una frase. Vanno aggiunti apostrofi e accenti mancanti nella fonte originale (per esempio: «niũ la ne ara» andrà trascritto con “niun l’ha né arà” o, se si preferisce “niun l’ha né arà”);
– frasi o parole omesse nella trascrizione vanno indicate con il simbolo […];
– lacune, parole o frasi mancanti nel documento vanno indicate con il simbolo <...>
– gli accenti all’uso corrente (per esempio: “a”, “ha”, “perché”, e non “à”, “hà”, “perchè”);
– la lettera “u”, che nell’italiano antico è usata anche come “v”, va di volta in volta normalizzata in “v” secondo la corretta fonetica (per esempio: “haver”, “doueua”, “diuersi”, “uedendosi”, “Giouanni”, “Pauolo” vanno trascritti “haver”, “doveva”, “diversi”, “vedendosi”, “Giovanni”, “Pavolo”).
Sarebbe molto utile — e gradito alla redazione della rivista — che l’Autore fornisse una riproduzione dei documenti trascritti nell’articolo.
Per ulteriori informazioni rivolgersi a: recercare@libero.it.
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