Backstage Live
Theatre, Opera and the Obscene in the Visual Age
Abstract
Differenti etimologie sono state proposte per il termine “osceno”, ad esempio “nefasto” o “ripugnante” (ob “davanti a” + caenum “fango”). Secondo l’attore e regista italiano Carmelo Bene, invece, “osceno” significherebbe “fuori scena”, ovvero ciò che deve essere tenuto fuori dalla vista del pubblico. La connessione etimologica tra “osceno” e “fuori scena”, sostenuta da diversi studiosi e filosofi, è probabilmente spuria. Tuttavia, un utilizzo critico di questa nozione può illuminare alcuni dei paradigmi che informano la politica della visibilità e i limiti della rappresentazione nel teatro occidentale.
L’opera lirica è un ottimo caso di studio. Le tecnologie digitali e lo streaming audiovisivo hanno cambiato non solo il modo in cui ascoltiamo l’opera, ma hanno anche influito sulle nostre concezioni estetiche e morali, offuscando il divario tra scena, schermo e “backstage”. Sia materialmente che simbolicamente, ciò che accade “fuori dalla scena” — compresi i cambi di scena, la vita privata di celebrità e dive, le attività di tecnici e maestranze (dal suggeritore al truccatore) — sta occupando il centro del palcoscenico attraverso registrazioni dal vivo e trasmissioni ad alta qualità, e si rivela essere un indispensabile supporto al marketing dell’opera (The Met: Live in HD è un chiaro esempio di questo fenomeno). Anche i video e le immagini provenienti dal backstage postati negli account dei teatri d’opera e degli artisti sono sempre più popolari e creano nuove pratiche di censura morale, come dimostrato dalla storia delle trasmissioni in diretta dal backstage durante le serate inaugurali della Scala.
Nel mio articolo le considerazioni sociologiche si confrontano con gli approcci provenienti dagli studi teatrali e da quelli sui social media. Intendo infatti collocare la relazione tra visione, nuovi media e osceno in una prospettiva più ampia, sia dal punto di vista spaziale che storico, e per far ciò mi baso in particolare sulla mia ricerca postdottorale sul pubblico d’opera nell’era digitale. L’osceno e la sua pseudo-etimologia permettono di interpretare la valorizzazione del backstage nell’era visiva come un esempio di meta-teatro e di rivalutare l’importanza della moralità nelle forme di mediazione tecnologica intrinseche all’opera. Come ha dimostrato Luigi Pirandello nel suo capolavoro Sei personaggi in cerca d’autore, l’osceno non è solo voyeurismo, ma anche un’occasione per riflettere sulla filosofia del teatro.