Topsy-Turvy or Mainstream?
Power Structures in Late Victorian Popular Musical Theatre
Abstract
La commedia musicale fu un potente mezzo di sostegno dell’ideologia coloniale nella Gran Bretagna tardo-vittoriana, grazie all’immensa popolarità del genere e alla sua ampia sfera di influenza, ma anche per il forte impatto che la spettacolarità degli aspetti visivi esercitava sugli spettatori. Le interazioni tra i personaggi britannici e i nativi delle colonie rispecchiavano chiaramente l’idea della superiorità britannica, soprattutto nelle relazioni sentimentali ma anche in altri ambiti, come il commercio o la cultura. Anche le questioni relative alle strutture di potere, come i cambiamenti nel sistema tradizionale delle classi sociali o la ricerca di una maggiore indipendenza da parte delle donne, venivano rappresentati in termini molto espliciti. In epoca tardo-vittoriana, tuttavia, molti cominciarono ad avere difficoltà a capire quale fosse il proprio posto in una società in continuo cambiamento, che sembrava mettere in discussione tradizioni e istituzioni che per decenni erano state considerate certe e inamovibili. Oltre a influenzare molti aspetti della vita quotidiana come la comunicazione, il commercio e i viaggi, questi cambiamenti generarono un clima di ansia e incertezza sul futuro. In questo contesto il teatro musicale popolare esercitò un ruolo decisivo non solo per intrattenere e distrarre, ma anche per rassicurare le ansie degli spettatori, offrendo modelli utili ad affrontare i cambiamenti attraverso la rappresentazione di situazioni esemplari ed emblematiche. In questo articolo si mostra come opere oggi poco note come The Geisha, San Toy e Florodora, che ebbero un enorme successo a livello internazionale negli anni Novanta dell’Ottocento, ci restituiscano un’immagine eloquente di questioni politiche e sociali di particolare rilievo per l’epoca, riflettendo lo spostamento degli equilibri di potere attraverso la cultura popolare.